
Storia di dislessia di E. M.
Il luglio 2, 2020 da Luisa IngravalleL’inizio della mia storia di dislessia
La mia storia di dislessia e disturbi dell’apprendimento inizia “al contrario”.
Sì, perché venire a conoscenza di questa neurobiologica caratteristica attraverso tua figlia di 10 anni ha dell’incredibile.
Il suo percorso scolastico era sempre stato ottimo, nonostante ai colloqui di giugno, mi ritrovassi con le solite frasi dalle insegnanti “È troppo lenta nel leggere, deve leggere, leggere, leggere ed ancora leggere”, anche se lei leggeva e legge tantissimo.
Per non dimenticare poi la frequente “Non si integra al gruppo classe, non parla neppure con noi, non riusciamo a capire se comprenda le istruzioni date, pur attuandole poi nel modo corretto, ma lento” e via dicendo.
Ogni volta la mia risposta era:
“Ah, quanto mi ricorda il mio essere bambina, il mio vissuto scolastico! Deve essere così di carattere, del resto è una bambina dolce, premurosa e timida”.
La scoperta
Qualche campanellino nella mia mente era scattato verso la fine della quarta elementare.
Le difficoltà evidenti nella lettura e dal punto di vista didattico infatti erano rimaste invariate, o addirittura accentuate dal fatto che facesse fatica nello studio.
Avevo quindi iniziato ad informarmi sul web, a mettere insieme i tasselli del puzzle che di lì a poco si trasformarono in un quadro di possibile dislessia, DSA, sì ma quale?
Lavorando spesso all’interno delle scuole, mettermi in contatto con una logopedista peraltro conosciuta e rispettata nella mia città, è stato semplice.
Fatta un’interessante chiacchierata con lei mi aveva rimandato i test alla fine della quinta, in modo da avere l’eventuale certificazione per la secondaria, stilando nel frattempo un piano per BES.
Ed allora sì che si era accesa la lampadina del mio vissuto: ma lo sarò anche io?
Anche i fratelli avevano qualche difficoltà seppur alcune differenti e, una volta scoperto che l’implicazione genetica è un fattore reale e possibile, beh ho rivisto proprio me stessa in lei/loro, ma con una differenza sostanziale: il riconoscimento giuridico!
L’arrivo alla scuola secondaria
Il passaggio alla Secondaria è stato durissimo e la certificazione, avuta nei primi mesi dell’anno, non era mai stata accettata dal corpo docenti che
sosteneva che le difficoltà di mia figlia fossero legate solo alla sua timidezza, visti i voti alti che aveva
Nella certificazione infatti le viene riscontrata una dislessia molto grave, ma anche un QI di 140 che le permetteva di compensare molto bene, seppur in modo inadeguato, penalizzandola nella lentezza e nella precisione.
Inutile dire che questo mancato riscontro da parte dei professori era estremamente demotivante per lei e rappresentava una sfida per me come genitore.
La liberazione
Per me scoprire questo “nuovo mondo” è stata una vera liberazione, un sollievo! Strano vero?
Generalmente una diagnosi del genere porta sconforto nel genitore, ma in me ha spazzato via il senso di inadeguatezza provata negli anni di studi passati ed attuali.
Ai miei figli invece ha dato l’opportunità di sentirsi adeguati al contesto scolastico grazie all’uso di metodi di studio adeguati, oltre che degli strumenti compensativi/dispensativi a loro disposizione.
La dislessia, come gli altri DSA, non è un ostacolo, basta saperla guardare dal giusto punto di vista!